Intimo

Tra il XIII e il XIV secolo, come spiegato da Sara Paci Piccolo e Francesca Baldassari, l’intimo era prevalentemente in lino ed era composto da calze e camicia. Sull’uso della mutanda da parte delle donne abbiamo una mancanza di fonti che non ci mette in condizione di sapere o meno se questo indumento fosse usato.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 111
Calze Indumento sia maschile che femminile.

Uomo
Nel XIV secolo calze o calzebraghe già di uso comune nei secoli precedenti nell’abbigliamento maschile evolvono adattandosi man mano che le vesti diventano più corte e aderenti. Come spesso si può notare dalle iconografie le calze erano due corpi separati tra loro, modellati sulla gamba, dalla coscia fino al piede
* GDLI, voce calzabraca
e venivano allacciate tramite cordini alle braghe.
* Muzzarelli, 1999: 204
Sempre dalle iconografie possiamo notare che indossare calze troppo larghe, arrotolate e/o non ben fissate, che lasciavano intravedere troppo le mutande era considerato disdicevole e volgare, non a caso questo dettaglio veniva spesso raffigurato indosso a soldatacci, mendicanti o contadini.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 125-27
Muzzarelli parla anche di modelli molto aderenti, per mettere in risalto la forza e sviluppo muscolare, senza piede, da indossare integrati da una staffa che passa sotto al piede.
* Muzzarelli, 1999: 125-27
Inoltre, calze e scarpe potevano costituire un unico capo con le “calze solate”
* Muzzarelli, 1999: 204
che coprivano le gambe e riparavano la pianta dei piedi.
* Muzzarelli, 1999: 204
Spesso erano di colore vivace (verdi, rosse) oppure una di un colore diverso dall’altra o listate, fatte cioè a strisce accostate di colore fortemente contrastante.
* Muzzarelli, 1999: 206
Per confezionare un paio di calze occorrevano circa due braccia di stoffa cioè quasi un metro e mezzo nella nostra misura (un braccio corrisponde a 0,60 m circa
* Muzzarelli, 1999: 354
) e il tessuto andava lavato prima del taglio per evitare che si accorciasse in un secondo momento. Per tenere le calze tese si ricorreva ad allacciature (fiocchi) verticali, calibrate agli altri e movimenti che si dovevano compiere.
* Muzzarelli, 1999: 204-5
Un particolare tipo di copertura per il piede, che arrivava al malleolo, erano i calcietti.
* Muzzarelli, 1999: 206
Calze e calzetti erano spesso della stessa stoffa e si portavano insieme, il che fa dedurre a Muzzarelli il fatto che si iniziavano a produrre delle calze aperte al basso sotto alle quali si portavano i calzetti.
* Muzzarelli, 1999: 206-7


Donna
Per le donne, il modello della calza è semplicemente più corto di quello maschile ed arriva al ginocchio o poco sopra e venivano fissate con delle giarrettiere.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 127-29
Camicia La camicia era una semplice sottoveste in lino e il modello tra uomo e donna resta simile fino agli inizi del XIV secolo, quando la camicia maschile comincia ad accorciarsi. Era indispensabile per garantire igiene, comodità e permetteva di non sudare eccessivamente nelle vesti.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 133-35


Uomo
La camicia si indossava sotto la veste, era il primo indumento a contatto con la pelle; inizialmente lunghe fino al ginocchio si adattano nel tempo alla moda degli abiti più corti e si accorciano di conseguenza; e le maniche non sono particolarmente aderenti neanche all’altezza del polso. Era tagliata a forma di T, con scollatura rotonda e maniche cilindriche aderenti sulle braccia. Il colore era il bianco, mentre come materiale, come sottolinea Paci Piccolo, si usava il lino e particolari varietà di canapa.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 133


Donna
Nella camicia femminile è lo scollo che può cambiare a seconda del modello delle vesti: la scollatura trecentesca non è accollata come nel secolo precedente, generalmente ovale segue la scollatura della sovrastante veste e quindi può aver forma sagomata.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 134
La camicia femminile, come quella maschile, è il primo indispensabile strato che copre la pelle: sotto le vesti lunghe la camicia in lino non permette al tessuto della gonna di aggrovigliarsi e intralciare il passo, ma agisce come una sorta di campana che separa i due strati di indumenti e rende più semplice il movimento.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 133
Esistevano anche camicie con supporto per il seno, anche se non vi sono molte testimonianze evidenti a favore di questa soluzione.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 137
Tra le possibili fonti, ci sono le iconografie del XIV secolo, nelle quali compare qualcosa di simile, in particolare un dettaglio di una scena del Giudizio Universale presso la Cattedrale di Heiligen Kreuz, che mostra una donna che indossa una camicia con un visibile supporto per il seno.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 138
Mutande o brache
Uomo
Le mutande o brache sono gli indumenti che coprivano il corpo dalla vita in giù avvolgendo le gambe
* TLIO, voce braca
ed erano un elemento indispensabile della biancheria intima maschile. Il materiale con il quale venivano confezionate era il lino o il cotone e presentavano dei lacci (cordelle dello stesso materiale) a cui venivano fissate le calzebraghe. Le mutande erano chiuse in vita con una coulisse.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 122
Tra il XIII e XIV secolo compare una tipologia di transizione con una forma compatta e la gamba più stretta.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 121



Biancheria
La biancheria prende il nome del colore del tessuto, il bianco, ed era composta per lo più da cuffie e veli.

Cuffie Copricapo leggero in lino o cotone.
*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 113
La cuffia era un indumento molto comune nel XIV secolo sia come indumento femminile che maschile, considerato parte dell’intimo permetteva di mantenere puliti i capelli e di avere un aspetto decoroso; nel corso del XIV secolo l’uso della cuffia maschile decade soprattutto fra i giovani ma la sua diffusione rimane pressoché invariata in categorie che si richiamavano ad un’idea di rispettabilità, come notai e professori.
*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 113-14


Uomo
Le cuffie maschili arrivano a coprire le orecchie, sono tagliate sulla parte alta della nuca parallelamente ai lobi delle orecchie e si allacciano anteriormente sotto il mento. Solitamente le cuffie venivano realizzate in lino, ma i modelli più eleganti potevano essere di tessuto semitrasparente come la seta o con lavorazioni a rete. Spesso troviamo anche nelle cuffie maschili civili un ricamo simile a quello presente nella versione femminile nella zona centrale del capo, che ha sempre lo scopo di aumentare elasticità ed aderenza. La variante militare della cuffia è più lunga sulla nuca e sulla fronte e realizzata con diversi strati di tessuto che veniva imbottito e impunturato. Indossato sotto l’elmo aveva la funzione di diminuire l’attrito con il metallo e di attutire i colpi ricevuti negli scontri.
*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 113-15


Donna
Le cuffie femminili si posano tra uno e due dita dall’attaccatura dei capelli, hanno una leggera abbondanza di tessuto sulla nuca per raccogliere eventuali capelli lunghi e formano una leggera curva attorno ai lobi delle orecchie. Il tessuto sulla nuca viene leggermente increspato e i lacci sono attaccati sul retro della cuffia, in un lungo laccio chiuso su sé stesso che deve poter girare almeno due volte attorno alla testa. Il modello più comune è quello detto cuffia di Santa Brigida, una cuffia in lino, che si basa sullo studio del reperto originale, conservato presso il dipartimento National Heritage Board di Stoccolma, che si crede sia appartenuta a Santa Brigida di Svezia, morta nel 1373 a Roma.
*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 115
Velo Copricapo femminile.

Donna
Come evidenziato da Muzzarelli, tra il XIII e XIV secolo, le donne indossavano il velo.
*Muzzarelli, 1999: 31-32
Di conseguenza, per lungo tempo l’eleganza femminile fu sintetizzata dal modo di portare e di avvolgere il velo sulla testa e attorno al viso.
*Treccani, voce velo
La fattura dei veli era apparentemente semplice e geometrica. Variavano in forma, dimensioni, colori e materiale. Le forme erano molteplici: rettangoli, cerchi, ovali, mezzelune.
*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 111
Anche le dimensioni potevano variare: lunghi fino a terra o corti fino a mezze spalle. Generalmente erano bianchi, ma abbiamo dai documenti dell’epoca notizie di veli multicolori, vergati o listati, mentre i materiali con cui venivano confezionati erano il lino, seta oppure lana. Le donne delle classi alti indossavano veli di seta, spesso in combinazione con perle, oro e argento, mentre le donne del popolo portavano i più semplici sciugatoi.
*Treccani, voce velo