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Studio & Ricerca

Con portamento

„[…] Guarda la forma di questa rosa, guarda il portamento, guarda le sfumature, le venature di questi petali, guarda quella stria rossa; e senti che odore, adesso! E lascia star la filosofia.» «Lei è nemico della filosofia?», osservò il professore, sorridendo. «Io sono amico», rispose Franco, «della filosofia facile e sicura che m’insegnano anche le rose.“

Antonio Fogazzaro,

Come appassionati di storia e ricostruttori, attraverso gli eventi a cui partecipiamo, cerchiamo di condividere le nostre conoscenze e ipotesi su di essa. La maggior parte di noi ricostruttori non ha alla base studi specialistici ma questo non significa non essere seriamente preparati, qualche volta però, pur avendo un importante bagaglio di nozioni manca una certa consapevolezza di ciò che si sta facendo.

Allestire un campo, con tende, velario, belle tavole apparecchiate è importante; ricostruire  armi e armature e abiti perché siano oltre che storicamente corretti anche  funzionali però non basta. Nel nostro rievocare queste “cose” non sono semplicemente oggetti in esposizione o accessori da sfilata ma hanno la necessità di raccontare e di raccontarsi e noi siamo il mezzo per farlo.

Chi partecipa come spettatore alle rievocazioni si aspetta in ogni caso di vedere la storia e noi d’altra parte facciamo il più possibile per riviverla non come attori su un palcoscenico ma come persone vere.

Per i ricostruttori indossare un abito storico non è solo indossare un bel vestito con i suoi accessori ma è farlo vivere, integrandolo con ciò che ci circonda per creare un atmosfera non solo bella ed esplicativa ma anche emozionale, è qui che entra in gioco la consapevolezza, perché  quando siamo ad un evento di ricostruzione dobbiamo essere consapevoli anche di come ci muoviamo nei nostri abiti storici perché sarà sopratutto quello ciò che raccontiamo.

Oggigiorno sopratutto noi donne non siamo abituate far caso a come ci sediamo, a come raccogliamo qualcosa per terra, a come ci relazioniamo con gli oggetti che abbiamo intorno perchè la nostra emancipazione e i nostri abiti ce lo permettono. Pensare alla gestualità e al comportamento, vale anche per gli uomini , è relativo, a meno che non si indossino gonne corte o molto aderenti e anche qui è relativo quanto ce ne importi, ma in rievocazione tutto questo ha un peso diverso, e qui, torna la consapevolezza.

Nel medioevo le convenzioni sociali e morali erano importanti e non venivano messe in discussione. Se una donna onesta doveva portare il capo coperto lo faceva e basta senza tante polemiche sulla temperatura o il fastidio che cuffie e veli potessero apportare; anche gli uomini per bene portavano cuffie e cappelli e di certo non si sedevano a tavola con i loro ospiti o i loro signori in camicia e braghe. Questo modo di comportarsi in fondo non cambia molto dal nostro contemporaneo, andreste forse a cena a casa del vostro capo in intimo oppure, al ristorante vi piacerebbe essere serviti a tavola da un cameriere in mutande?

E’ anche vero che la regola più importante quando si tratta di mettere in pratica una passione è stare bene e divertirsi, quindi come possiamo presentarci nel modo più corretto possibile senza correre il rischio di sembrare goffe, rigide o impacciate o pensare troppo e perderci il divertimento? La risposta è più semplice di quanto si possa pensare, semplicemente giocando!

 Impariamo a giocare con i nostri abiti, con i nostri veli, lasciamo che siano loro a guidarci e il nostro corpo assumerà posture e movimenti di conseguenza.  

Partendo dal presupposto che l’abito sia ben fatto, perchè un abito, un velo, un mantello ben fatti sono anche funzionali, il modo di indossarlo sarà semplice, basterà infatti lasciarsi guidare dall’abito stesso. Un abito ampio, lascerà spazio sufficiente alle gambe di muoversi in maniera fluida, lasciando la possibilità al piede di portare avanti l’orlo per non inciampare, magari i passi saranno più piccoli e meno veloci main fondo le signore dovevano pur farsi ammirare e per questo serve tempo. Lo stesso abito darà la possibilità di sollevare leggermente la veste per salire una scala o per scavalcare una panca senza che questa debba essere sollevata fino all’inguine.   

 Nel medioevo vita era forse più pratica per alcuni aspetti,  non correva veloce e frenetica come per noi adesso ma era scandita da altri ritmi, ritmi che è importante e piacevole recuperare durante le rievocazioni. Se è vero che rievocando dobbiamo sottostare a regole non scritte nel presente, non dobbiamo dimenticare che nel passato queste regole erano ben chiare e precise.                    

Interagire con il pubblico per un ricostruttore è importante, spesso ci vengono chieste spiegazioni su cosa indossiamo e perchè lo indossiamo e alcune volte ci troviamo di fronte  ad un pubblico che fuorviato da eventi cinematografici, dai social, da eventi di spettacolo che si ispirano ad un  medioevo fantastico di invenzione ottocentesca,  hanno un loro idea di come dovrebbero essere le cose.   L’interazione con il pubblico per un ricostruttore è solitamente più didattica e descrittiva, diversa da quella che si può creare in altri eventi inspirati alla storia come possono essere palii, giostre, e giochi di contrada, per questo è importante ricordarsi che appena si indossa il proprio abito storico si entra fisicamente in uno spazio temporale diverso e i nostro comportamento dovrà adattarsi ad esso, perché  fare ricostruzione storica non è solo un gioco ma anche una responsabilità.

Divertire, divertirsi e fare rievocazione di buon livello è possibile

Foto: IMPRESSUM.photography|Sara Colciago https://www.facebook.com/celia.impressum

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