Intimo
Tra il XIII e il XIV secolo, come spiegato da Sara Paci Piccolo e Francesca Baldassari, l’intimo era prevalentemente in lino ed era composto da calze e camicia, mentre le mutande facevano parte esclusivamente del guardaroba maschile.
Calze
Indumento sia maschile che femminile. Evidente l’uso delle calze da parte degli uomini perchè le forme delle vesti per gli uomini giovani in uso a partire dal XIV secolo mettevano in risalto la forza e lo sviluppo muscolare, moda destinata a durare a lungo.
Uomo
Nell’ambito maschile venivano usate le calzebraghe, calzoni di tessuto molto aderenti che rivestivano la gamba fino al piede, agganciate al farsetto (indumento per il busto) con dei laccetti. Muzzarelli parla anche di modelli molto aderenti senza piede da indossare integrati da una staffa che passa sotto al piede. Inoltre, calze e scarpe potevano costituire un unico capo con le “calze solate” che coprivano le gambe e riparavano la pianta dei piedi. L’iconografia documenta un gusto particolarmente diffuso per calze appariscenti molto aderenti. Spesso erano di colore vivace (verdi, rosse) oppure una di un colore diverso dall’altra o listate, fatte cioè a strisce accostate di colore fortemente contrastante. Per confezionare un paio di calze occorrevano circa due braccia di stoffa cioè quasi un metro e mezzo nella nostra misura (un braccio corrisponde a 0,60 m circa) e il tessuto andava lavato prima del taglio per evitare che si accorciasse in un secondo momento. Per tenere le calze tese si ricorreva ad allacciature (fiocchi) verticali calibrate agli altri e movimenti che si dovevano compiere. Un particolare tipo di calza, erano i calzetti (calcietti). Calze e calzetti erano spesso della stessa stoffa e si portavano insieme, il che fa dedurre a Muzzarelli il fatto che si iniziavano a produrre delle calze aperte al basso sotto alle quali si portavano i calzetti.
Donna
Per le donne, il modello della calza è semplicemente più corto di quello maschile ed arriva al ginocchio.
Camicia
La camicia era una semplice sottoveste in cotone o lino e il modello tra uomo e donna resta simile fino agli inizi del XIV secolo, quando la camicia maschile comincia ad accorciarsi. Era tagliata a forma di T, con scollatura rotonda e maniche cilindriche aderenti sulle braccia. È indispensabile per garantire igiene, comodità e permette di non sudare eccessivamente nelle vesti.
Uomo
La camicia si indossava sotto la veste e aveva il taglio sul fianco, maniche non strette al polso e inizialmente lunghe fino al ginocchio. Il colore era il bianco, mentre come materiale, come sottolinea Paci Piccolo, si usava il lino.
Donna
Nella camicia femminile è lo scollo che può cambiare a seconda del modello delle vesti: la scollatura trecentesca può essere accollata, rotonda, o maggiormente scollata, rettangolare o sagomata. Indossare la camicia può fare la differenza nell’abbigliamento femminile quando si tratta di muoversi e camminare: sotto le vesti lunghe la camicia in lino non permette al tessuto della gonna di aggrovigliarsi e intralciare il passo, ma agisce come una sorta di campana che separa i due strati di indumenti e rende più semplice il movimento.
Esistevano anche camicie con supporto per il seno, anche se non vi sono molte testimonianze evidenti a favore di questa soluzione. Tra le possibili fonti, ci sono le iconografie del XIV secolo, nelle quali compare qualcosa di simile, in particolare un dettaglio di una scena del Giudizio Universale presso la Cattedrale di Heiligen Kreuz, che mostra una donna che indossa una camicia con un visibile supporto per il seno.
Mutande o brache
Uomo
Le mutande o brache sono gli indumenti che coprivano il corpo dalla vita in giù avvolgendo le gambe ed erano un elemento indispensabile della biancheria intima maschile. Il materiale con il quale venivano confezionate era il lino o il cotone e presentavano dei lacci (cordelle dello stesso materiale) che servivano a far aderire meglio le mutande alla coscia. Tra il XIII e XIV secolo compare una tipologia di transizione con una forma compatta e la gamba più stretta. Successivamente iniziano ad essere molto più corte e aderenti e rimandano alla dimensione dei boxer attuali, con una forma contenitiva più evidente rispetto alle precedenti e una parte anteriore più raccolta.
Biancheria
La biancheria prende il nome del colore del tessuto, il bianco, ed era composta per lo più da cuffie e veli.
Cuffie
Copricapo leggero di lino e cotone, la cuffia era un indumento molto comune nel Trecento, sia come indumento femminile che maschile. Più tardi rimane nell’uso come copricapo femminile per la notte. Come mostrano alcuni disegni del libro “Le Virtù della Vanità”, la cuffia scende fino al collo e viene assicurata sotto il mento con due lacci.
Uomo
Le cuffie maschili si posano anteriormente sulla sommità della testa, tra due e quattro dita dall’attaccatura dei capelli, coprono gli orecchi e si allacciano anteriormente. La cuffia civile è abbastanza corta e piccola, mentre la variante militare è più lunga sulla nuca e più coprente sulla fronte. È realizzata con diversi strati di tessuto che viene imbottito ed impunturato, per renderla più ammortizzante; non prevede il taglio centrale aperto e solitamente è realizzata con due o tre teli. Regolarmente sono in tessuto abbastanza coprente, ma potevano essere anche in stoffa semitrasparente, come si nota anche negli affreschi della Basilica di San Francesco d’Assisi, nei quali Giotto dipinge Francesco, prima della conversione, con la cuffia.
Donna
Le cuffie femminili si posano tra uno e due dita dall’attaccatura dei capelli, hanno una leggera abbondanza di tessuto sulla nuca per raccogliere eventuali capelli lunghi e formano una leggera curva attorno agli orecchi. Il tessuto sulla nuca viene leggermente increspato e i lacci sono attaccati sul retro della cuffia, in un lungo laccio chiuso su sé stesso che deve poter girare almeno due volte attorno alla testa. Il modello più comune è quello detto cuffia di Santa Brigida, una cuffia in lino, che si basa sullo studio del reperto originale, conservato presso il dipartimento National Heritage Board di Stoccolma, che si crede sia appartenuta a Santa Brigida di Svezia, morta nel 1373 a Roma.
Velo
Copricapo femminile.
Donna
Come evidenziato da Muzzarelli, tra il XIII e XIV secolo, le donne, per pudore, dovevano indossare un velo sulla testa, come voluto nel 1279 dal cardinale Latino Malabranca. Di conseguenza, per lungo tempo l’eleganza femminile fu sintetizzata dal modo di portare e di avvolgere il velo sulla testa e attorno al viso. La fattura dei veli era apparentemente semplice e geometrica. Variavano in forma, dimensioni, colori e materiale. Le forme erano molteplici: rettangoli, cerchi, ovali, mezzelune. Anche le dimensioni potevano variare: lunghi fino a terra o corti fino a mezze spalle. Potevano essere bianchi, multicolori, vergati o listati, mentre i materiali con cui venivano confezionati erano il lino, seta oppure lana. Le donne delle classi alti indossavano veli di seta, spesso in combinazione con perle, oro e argento, mentre le donne del popolo portavano sciarpe di velo che somigliavano allo scialle attuale.