Il primo strato di vesti sopra l’intimo era formato per entrambi i sessi dalla gonnella, nella variante gonnello per l’uomo e guarnello per la donna, dalla cotta o tunica. Per l’uomo c’era inoltre la giubba e/o farsetto, mentre per la donna la sottana e la gamurra.
Gonnella
Veste che costituiva un capo base dell’abbigliamento sia femminile che maschile.Uomo
Le varianti di gonnello/gonnella da uomo sono diverse, adattandosi a corpi e usi differenti, ma si basano sempre sulle forme di rettangoli e triangoli.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 169
I modelli mostrati dal sito groenlandese di Herjolfsnes, rivelano come questa tipologia di veste può essere adatta alla quotidianità cittadina (mercanti, borghesi o artigiani) , mentre in tessuti più pregiati e di maggiore lunghezza potrebbe essere la veste per letterati o gentiluomini, da indossarsi sotto ad una sopravveste più elegante.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 169
Anche i contadini, popolani e lavoratori la indossano e i colori in questo caso sono semplici (marrone, celeste e ocra).* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 169
Lo stesso modello può essere divisato, o in tessuti più particolari, con strisce o colori araldici.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019:: 171
Esempi rilevanti di testimonianze di questa tipologia di abito sono gli affreschi del ciclo con Storie di San Giorgio e di Santa Lucia di Altichiero, nei quali si notano figure di guardie, torturatori e spettatori che indossano abiti simili a quelli groenlandesi.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 171-72
I gonnelli rappresentati hanno il collo rotondo e sono molto ampi.A seconda del ceto sociale troviamo diverse tipologie di gonnello; alcuni sono lunghi fin oltre ginocchio, con una bottoniera anteriore con bottoni in tessuto o in metallo, mentre altri sono più corti, adatti per essere indossati sotto ad una sopravveste e presentano un’apertura anteriore che si ferma sopra la vita, maniche aderenti e fermate da una serie di bottoni che sale verso il gomito. Sopra il gonnello veniva usata una delle tipologie di sopravvesti in uso nel periodo che poteva avere il semplice scopo di ripararsi dal freddo (sopravveste usata da tutti gli strati sociali) oppure per esigenze di rappresentanza (usata dai ceti alti e realizzata con materiali pregiati). Anche la lunghezza della sopravveste era inerente al lavoro svolto. * Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 172-73
Donna
La gonnella, chiamata anche guarnello, indossata dalle donne, è un tipo di veste aderente e con maniche per lo più in tessuto di lana.
* Muzzarelli, 1999: 357
Nella sua forma più diffusa è un abito aderente nella parte superiore che si sviluppa in una ampia gonna, creando morbidi cannoni; le maniche sono aderenti e il taglio particolare del tessuto, in sbieco, consente una notevole mobilità.* Paci Piccolo e Baldassari, 2019: 159-165
La gonnella è normalmente aperta davanti fin sotto il seno/vita per consentirle l’aderenza richiesta dalla moda, la chiusura può consistere in un cordino che passa attraverso asole, in una serie di bottoni di stoffa o nei più pregiati bottoni di metallo. Ricordiamo qui che la moda dei bottoni diventa nel XIV sec. Una vera mania, trasformandoli da oggetti utili in veri e proprio gioielli il cui valore e numero è strettamente regolamentato dalle leggi suntuarie di vari comuni. Per sfoggio di ricchezza la manica si fa esageratamente aderente con una lunghissima fila di bottoni che sopravanza la linea del gomito. Sono tipici di questo periodo anche i lunghi polsi a campana, indice dell’alto status sociale della proprietaria che era evidentemente impedita nello svolgimento di lavori manuali. Un particolare tipo di gonnella era quella con le piegoline. Tra le testimonianze dell’esistenza di questa tipologia di abito, vi sono i ritrovamenti dei frammenti tessili di Herjolfsnes, datati al 1370. Le piegoline sul davanti consentono di avere una gonna ampia e corpetto aderente. Nella loro realizzazione, le increspature regolari vengono fatte a distanze uguali, che vanno a comporre lunghe pieghe verticali, raccogliendo il tessuto in modo esteticamente piacevole e funzionale.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 204-206
Un’altra tipologia di gonnella usata era quella divisata o bipartita, generalmente in senso verticale. In alcuni casi, la partitura definisce un’appartenenza araldica o una generica affiliazione a un signore, cosa comprensibile dal contesto di rappresentazione. Si possono trovare, anche se raramente, partiture sul quarto superiore, ovvero un braccio e parte del torace di un colore, mentre i rimanenti tre quarti della veste di un altro colore. Questa tipologia di divisione era quasi sempre espressione di strette affiliazioni araldiche, come guardie personali o figli di nobili.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 189-90
Un esempio di questa tipologia di gonnella è il ciclo di affreschi sull’amore profano realizzati da Memmo di Filippuccio presso la Camera del Podestà nel Palazzo Comunale di San Gimignano.* casavacanze.poderesantapia.com
Cotta
Ampia tunica con maniche lunghe e larghe, usata sia da uomini sia da donne.Uomo
La cotta nasce in ambito militare, come sopravveste della cotta di maglia. Inizialmente senza maniche ma spesso decorata o fregiata di decori, colori o insegne araldiche. Nel Trecento è una veste che si apparenta alla gonnella, tanto che in alcuni documenti sembra esserne sinonimo.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 81
Donna
La cotta femminile è una veste elegante, spesso ornata da molti bottoni, a conferma della sua aderenza alla persona. Dai registri delle vesti bollate dalle leggi suntuarie si intuisce che, a differenza della gonnella, si tratta di una veste con caratteristiche di pregio e non una veste comune.
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 85
Quando è in tessuto pregiato di seta operata, damasco, broccato, velluto, e ornato con sfarzosi ricami* Muzzarelli, 1999: 355
viene indossata senza sopravveste e si intuisce che probabilmente sia un indumento usato in occasioni speciali durante il periodo estivo.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 86
Tunica
Uomo
Nel corso del XIV secolo, gli uomini indossavano tuniche sempre più corte (a differenza di quelle femminili che restano lunghe) fino a essere sostituite da giubbe, aderenti al corpo, grazie alle fibbie e bottoni.
* Muzzarelli, 1999: 264-65
Come esempio di iconografie, possiamo far riferimento agli affreschi trentini di Torre Aquila, in cui sono presenti numerose rappresentazioni di uomini e donne al lavoro. I contadini rappresentati mentre falciano e rastrellano i campi, attività tipiche del mese di luglio, indossano tuniche bianche, corte, per motivi di praticità e libertà di movimento.* Muzzarelli, 1999: 266
Il materiale utilizzato per la creazione di questa veste probabilmente era la lana o il lino.* Muzzarelli, 1999: 262
Era utilizzata anche dai preti, che indossavano però una tunica lunga con maniche, stretta in vita da un cordone, bordata in alcuni casi di stoffa diversa e spesso ricamata.* Muzzarelli, 1999: 302
Donna
La tunica è una semplice veste, simile alla gonnella o sottana, indossata dalle donne.
* Muzzarelli, 1999: 361
Le tuniche si registrano negli inventari e documenti veneti, toscani, campani e siciliani, una distribuzione che fa pensare ad una permanenza di antichi usi e modi di dire latini.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 86
La tunica a maniche lunghe, secondo Muzzarelli, era di lana o di lino.* Muzzarelli, 1999: 262
Giubba e/o Farsetto Uomo
Indumento esclusivamente maschile. Come riportato da Muzzarelli la giubba è spesso sinonimo di farsetto, abito da indossare sul busto. Il nome deriva da farsa, che vuol dire ripieno, perché il farsetto era foderato o imbottito di cotone. Era un capo corto, aderente e veniva indossato sopra alla camicia, allacciato da una fitta abbottonatura.* Muzzarelli, 1999: 356
I materiali sono la pura seta o la lana, la fodera interna è di lino* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 179
mentre per l’imbottitura, che doveva essere adeguata, con un peso stabilito, venivano usati diversi strati di tessuto, di solito lino e ovatta di cotone.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 181-83
Una delle testimonianze dell’esistenza della giubba è quella appartenuta a Charles de Blois, della seconda metà del 1300, conservata oggi al museo del Tessuto di Lione, modello che spesso ancora oggi viene preso in considerazione per la realizzazione dell’abito nel campo della rievocazione storica.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 180
Nell’ambito militare, l’ampia superficie curva del torace aiutava a deflettere l’energia del colpo in modo da non causare gravi danni al corpo. Le giubbe trapuntate e imbottite indossate sotto le armature offrivano una protezione maggiore al combattente, oltre a facilitare i movimenti necessari al combattimento stesso.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 181-83
Le giubbe venivano indossate anche dalla borghesia. I modelli erano più aderenti, anche grazie alla grande quantità di bottoni, svelando la forma leggermente sagomata del torace.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 183
In questo caso i materiali usati erano stoffe pregiate, come sete o tessuti operati.* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 81
Sottana o sottano Donna
Indumento femminile, prima di essere ciò che si intende oggi, ovvero una gonna, tagliata in vita senza una parte superiore, in questo periodo è ancora una veste intera, motivo per il quale talvolta viene usata come sinonimo di gonnella. In alcuni casi però, si potrebbe interpretare come sottana una gonna vera e propria, sempre come veste.* Muzzarelli, 1999: 262
Gamurra Donna
La gamurra o camurra è un’ampia e lunga veste da donna, da portare sotto a una sopravveste, detta vestito, aperta davanti, decorata con bottoni e provvista di maniche, di solito staccate o diverse dalla veste, ad esempio in tessuto diverso o di un altro colore. Insieme alla cioppa (un tipo di sopravveste) costituiva l’abbigliamento invernale. Gamurra, guarnello e cotta erano tutte vesti attillate “da sotto” che si differenziavano tra loro per il tessuto impiegato, il tipo di decorazione e le occasioni nelle quali venivano indossate, mentre sul piano sartoriale non presentavano elementi di diversità.* Muzzarelli, 1999: 356