Vesti

Il primo strato di vesti sopra l’intimo era formato per entrambi i sessi dalla gonnella, nella variante gonnello per l’uomo e guarnello per la donna, dalla cotta o tunica. Per l’uomo c’era inoltre la giubba e/o farsetto, mentre per la donna la sottana e la gamurra.

Gonnella

Veste che costituiva un capo base dell’abbigliamento sia femminile che maschile.

Uomo
Le varianti di gonnello/gonnella da uomo sono diverse, adattandosi a corpi e usi differenti, ma si basano sempre sulle forme di rettangoli e triangoli. I modelli mostrati dal sito groenlandese di Herjolfsnes, rivelano come questa tipologia di veste può essere adatta alla quotidianità cittadina (mercanti, borghesi o artigiani) , mentre in tessuti più pregiati e di maggiore lunghezza potrebbero essere le vesti per letterati o gentiluomini, da indossarsi sotto ad una sopravveste più elegante. Anche i contadini, popolani e lavoratori la indossano e i colori in questo caso sono semplici (marrone, celeste e ocra). Lo stesso modello può essere divisato, o in tessuti più particolari, con strisce o colori araldici. Esempi rilevanti di testimonianze di questa tipologia di abito sono gli affreschi del ciclo con Storie di San Giorgio e di Santa Lucia di Altichiero, nelle quali si notano figure di guardie, torturatori e spettatori che indossano abiti simili a quelli groenlandesi. I gonnelli rappresentati hanno il collo rotondo e sono molto ampi. Alcuni sono lunghi fino al ginocchio, con una bottoniera anteriore realizzata con bottoni in tessuto e venivano indossati da persone con alte professioni, mentre altri sono più corti e venivano indossati da persone che svolgevano lavori manuali e attivi (nobili a caccia, contadini che lavorano la vigna) e presentano un’apertura anteriore che si ferma sopra la vita, maniche aderenti e fermate da una serie di bottoni che sale verso il gomito. Sopra il gonnello veniva usata una veste o per ripararsi dal freddo (sopravveste usata da tutti gli strati sociali) oppure per esigenze di rappresentanza (usata dai ceti alti e realizzata con materiali pregiati). Anche la lunghezza della sopravveste era inerente al lavoro svolto.

Donna
La gonnella, chiamata anche guarnello, indossata dalle donne, è un tipo di veste aderente e con maniche fatte per lo più in tessuto di lana. Tra le testimonianze dell’esistenza di questa tipologia di abito, vi sono i ritrovamenti dei frammenti tessili di Herjolfsnes, datati al 1370. Le piegoline sul davanti consentono di avere una gonna ampia e corpetto aderente. Nella loro realizzazione, le increspature regolari vengono fatte a distanze uguali, che vanno a comporre lunghe pieghe verticali, raccogliendo il tessuto in modo esteticamente piacevole e funzionale. Un’altra tipologia di gonnella comunemente usata era quella divisata o bipartita, generalmente in senso verticale. In alcuni casi, la partitura definiscce un’appartenenza aralica o una generica affiliazione a un signore, cosa comprensibile dal contesto di rappresentazione. Si possono trovare, anche se raramente, partiture sul quarto superiore, ovvero un braccio e parte del torace sono di un colore, mentre i rimanenti tre quarti della veste di un altro colore. Questa tipologia di divisione era quasi sempre espressione di strette affiliazioni araldiche, come guardie personali o figli di nobili. Un esempio di questa tipologia di gonnella è il ciclo di affreschi sull’amore profano realizzati da Memmo di Filippuccio presso la Camera del Podestà nel Palazzo Comunale di San Gimignano.

Cotta

Ampia tunica con maniche lunghe e larghe, usata sia da uomini sia da donne.

Uomo
La cotta nasce in ambito militare, come sopravveste della cotta di maglia. Inizialmente senza maniche ma spesso decorata o fregiata di decori, colori o insegne araldiche. Nel Trecento è una veste che si apparenta alla gonnella, tanto che in alcuni documenti sembra esserne sinonimo.

Donna
La cotta femminile è una veste elegante, spesso ornata da molti bottoni, a conferma della sua aderenza alla persona. Dai registri delle vesti bollate dalle leggi suntuarie si intuisce che, a differenza della gonnella, si tratta di una veste con caratteristiche di pregio e non una veste comune. Quando sono in tessuto pregiato di seta operata, damasco, broccato, velluto, e ornato con sfarzosi ricami vengono indossate senza sopravveste e si intuisce che sono probabilmente indumenti usati in occasioni speciali, in estate.

Tunica



Uomo
Come esempio di tuniche maschili datate al primo quarto del XIII secolo, come riportato da Paola Fabbri nella sua analisi del vestiario medievale di quel periodo, vi sono quelle di San Francesco d’Assisi, una delle quali si trova a Cortona, mentre altre due ad Assisi. Una di quest’ultime due è di lana bianca e considerando la finezza del tessuto, il colore e il taglio delle maniche non era sicuramente un indumento abituale del santo, ma apparteneva al marito di Jacopa Graziano Frangipane, conosciuta come Jacopa dei Settesoli, donna presente nella vita del Santo. La seconda tunica conservata ad Assisi invece è in lana non tinta. Il tessuto è costituito da un ordito di fibre di lana biancastra e dalla trama di fibre di lana marrone e beige. La lavorazione di lana marrone e beige mescolate secondo precisi parametri permette di ottenere un grigio scuro. Composta da due teli centrali, anteriore e posteriore larghi 60 cm, quattro gheroni laterali, che permettono di ottenere un’ampiezza totale al fondo di circa 2 m, cuciti con filo di lino, le maniche hanno la stessa ampiezza sia alla spalla che al polso; parte del davanti, del dietro e della manica destra sono foderate di lino, mentre la manica sinistra è andata perduta. La tunica è lunga 1,35 m, presenta molte pezzette di lana usate per rattoppi tra cui alcune ricavate dal mantello di Santa Chiara, altra donna presente nella vita del Santo.

Donna
La tunica è una semplice veste, simile alla gonnella o sottana, indossata dalle donne. Le tuniche si registrano negli inventari e documenti veneti, toscani, campani e siciliani, una distribuzione che fa pensare ad una permanenza di antichi usi e modi di dire latini. La tunica a maniche lunghe, secondo Muzzarelli, era di lana o di lino.

Giubba e/o Farsetto Uomo

Spesso sinonimi, indumenti maschili imbottiti, per il busto. Nelle iconografie, la giubba (aderente, imbottita ed estremamente ergonomica) viene indossata da uomini alla testa di gruppi armati o impegnati in conversazioni in posizioni di preminenza. I materiali sono la pura seta o la seta mescolata al cotone, la fodera interna è di lino mentre per l’imbottitura, che doveva essere adeguata, con un peso stabilito, venivano usati diversi strati di tessuto, di solito lino e ovatta di cotone. Una delle testimonianze dell’esistenza della giubba è quella appartenuta a Charles de Blois, della seconda metà del 1300, conservata oggi al museo del Tessuto di Lione, modello che spesso ancora oggi viene preso in considerazione per la realizzazione dell’abito nel campo della rievocazione storica. Nell’ambito militare, l’ampia superficie curva del torace aiutava a deflettere l’energia del colpo in modo da non causare gravi danni al corpo. Le giubbe trapuntate e imbottite indossate sotto le armature offrivano una protezione maggiore al combattente, oltre a facilitare i movimenti necessari al combattimento stesso. Le giubbe venivano indossate anche dalla borghesia. I modelli erano più aderenti, anche grazie alla grande quantità di bottoni, svelando la forma leggermente sagomata del torace. In questo caso i materiali usati erano stoffe pregiate, come sete o tessuti operati. Come riportato da Muzzarelli la giubba è spesso sinonimo di farsetto, indumento sempre da indossare sul busto. Il nome deriva da farsa, che vuol dire ripieno, perché il farsetto era foderato o imbottito di cotone. Era un capo corto, aderente e veniva indossato sopra alla camicia, allacciato da una fitta abbottonatura. Poteva essere fatto anche di cuoio ed era un capo di uso comune.

Sottana o sottano Donna

Prima di essere ciò che si intende oggi, ovvero una gonna, tagliata in vita senza una parte superiore, in questo periodo è ancora una veste intera, motivo per il quale talvolta viene usata come sinonimo di gonnella. In alcuni casi però, si potrebbe interpretare come sottana una gonna vera e propria, sempre come veste.

Gamurra Donna

La gamurra o camurra è un’ampia e lunga veste da donna, da portare sotto a una sopravveste, detta vestito, aperta davanti, decorata con bottoni e provvista di maniche, di solito staccate o diverse dalla veste, ad esempio in tessuto diverso o di un altro colore. Insieme alla cioppa (un tipo di sopravveste) costituiva l’abbigliamento invernale.