Versione estesa del glossario relativo alle fonti scritte.
Albagius: aggettivo, cfr. italiano albagio, “tessuto grossolano di lana” o anche “bianchiccio, di colore bianchiccio” (GDLI), “panno di lana molto grossolano” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine in uso dalla fine del XIV, deriva dall’arabo al-bazz. Vedi il termine latino medievale albasius e italiano orbace. (Unum capparone panni albagii quasi novum).
Albarus: sostantivo, cfr. italiano albaro, “pioppo bianco, gattice” (GDLI). (Unam capsam de albaro ad unum serrame, in qua erant infrascripte res).
Benduccius: sostantivo, cfr. italiano benduccio, diminutivo di benda, “striscia di panno che si applicava ai bambini come decorazione” o anche “fazzoletto” (Dizionario Internazionale De Mauro). (Quactuor camiscias veteres. Tres benduccios).
Camurla: sostantivo, cfr. italiano camurra, “gonna di gala, portata dalle contadine; specie di mantello” (GDLI) o anche cfr. gamurra, “nel Medioevo, ampia veste femminile foderata di pelliccia o di stoffa” (Dizionario Internazionale De Mauro). Il termine è della 2ª metà XIII secolo; deriva forse dall’arabo, plurale di ximār “velo da donna”. (Duas camurlas, unam novam, aliam veterem).
Capparone: sostantivo, cfr. caparo “ex Gall. Chaperon, Occitanis Capayrou, Tegmen capitis”, ovvero copricapo, dal Gallico chaperon. (Du Cange). (Unum capparone panni albagii quasi novum).
Cappellina: sostantivo, “cappuccio, berretto” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine già in uso prima del 1300. (Unam cappellinam de sciamito cum unizoro deaurato).
Capsa: sostantivo, “Arca, theca, cista, ubi aliquid reponitur” (Du Change), ovvero “cassa, teca, cesta, dove si ripone qualcosa”. (Unam capsam ad duo serramina iuxta dictum lettum).
Caputeum: sostantivo, “ut Caputium, Capitis tegumentum, quod Capæ assutum erat” (Du Cange), ovvero “copertura del capo, che era cucita sulla testa”. Dal latino capitium (The Lexis of Cloth and Clothing Project). (Unum caputeum panni celestri).
Charello: sostantivo, cfr. carello, “cuscino o basso sgabello imbottito: in un canto sopra un carello si pose a sedere (Boccaccio) | coperchio della latrina” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine in uso già dal 1348-53; dal francese carrel, dal latino *quadrellus, diminutivo di quadruus “quadrato”. (Due panchali di braccia XX fior. IIII \ Quattro carelli fior. II).
Chotta: sostantivo, cfr. italiano cotta, “ampia tunica, con lunghe e larghe maniche (usata fino al secolo XVI da uomini e donne)” (GDLI); “tunica usata nel Medioevo come sopravveste maschile e femminile” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine usato dalla 2ª metà XIII secolo; deriva dal francese. cotte, dal francone *cotta “tunica, veste”. (Una chotta di drappo verde chon bottoni d’ariento).
Cintola: sostantivo, cfr. italiano cintola “cintura per sostenere i pantaloni o per tenere i panni stretti alla vita” o “specie di borsa da denari, fatta a modo di cintura” (GDLI). (Due cintole d’argento fior, xx d’oro).
Cintula: equivalente di cintola. (Unam cintulam argenti modici tamen valoris).
Cioppa: sostantivo, “veste lunga a modo di cappa o di sottana, che portavano anche gli uomini; camiciotto lungo” (GDLI); “nei secoli XII-XIV: veste di varia foggia usata come abito di gala da uomini e donne” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine usato già nel 1375; forse dall’antico tedesco schōpe, vedi anche giubba. (Unam cioppam panni bigii).
Clamis: sostantivo, “soprabito o mantello, a volte un indumento di alto rango” (The Lexis of Cloth and Clothing Project). (Unam clamidem et unum caputeum panni azurrini ad usum hominis).
Coltricie: sostantivo, dal latino Culcita o Cultrix o Culcitra (Du Cange), “un soffice sacco imbottito di piume (materasso)”; da Coltrice, “materasso, giaciglio” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine già in uso prima del 1304; deriva dal latino tardo cŭlcĭtra(m), vedi anche coltre. (cc libbre di penna per la coltricie e pimacci).
Coltricella: sostantivo, diminutivo di coltricie. (Unam coltricellam).
Copertoio: sostantivo, da copertòio, “coperta da letto assai pesante e ampia; coltre, coltrone; drappo, tovaglia” (GDLI); “ampia e pesante coperta da letto” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine usato dalla 1ª metà XIII secolo; deriva dal latino tardo coopertōrĭu(m), derivato di cooperīre “coprire”. (Uno copertoio di panno rosso).
Copertorium: cfr. copertoio. (Unum copertorium ad fettas giallas et rubeas veterem), (Unam cultricellam parvam cum uno copertorio triste).
Cottardita: sostantivo, “specie di ampia e lunga cotta” (GDLI), “cotta ampia e lunga con le insegne araldiche” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine in uso già prima del 1313, deriva dalla locuzione francese “cotte hardie”, composto di cotte (“cotta”) e forse il participio passato femminile di hardir “rendere duro”. (Unam cottardittam de panno de scarlatto cum mospillis argenti), (Una roba di scarlatto, cottardita e maniche, clion bottoni d’ariento dorati e vaio).
Cotta: equivalente di chotta. (Accie cotte grosse libre quadraginta quactuor).
Cucuzorus (oppure cucuzorum): sostantivo, probabilmente accessori per fissare il cappello alla testa, probabile origine simile a cucuzza, testina cfr. cocózza, cucuzza, zucca. (GDLI). (Duas cappellinas sciamiti nigri cum cucuzoris argenteis ad usum mulieris).
Cultricella: diminutivo di coltricie. (Unam cultricellam parvam cum uno copertorio triste).
Cultrix: equivalente di coltricie. (Unam cultricem virgatam tristem).
Deschettus (oppure deschettum): sostantivo, cfr. italiano deschètto “piccolo desco, tavolino. In particolare, il tavolino da lavoro degli artigiani (soprattutto quello dei calzolai e dei ciabattini)”, “piccolo banco di vendita” (GDLI). (Unum deschettum apertum ad apparandum pro muliere de parto).
Frenello: sostantivo, “ornamento femminile in forma di benda, di collanina o di diadema, che si usava, per lo più, per tener ferma la capigliatura”, “legaccio, stringa, nastro” (GDLI); “nell’accezione storica: antico ornamento femminile a forma di fascia, posto intorno alla fronte e usato specialmente per trattenere i capelli” (Dizionario Internazionale De Mauro). (Uno frenello di perle).
Frenellum: equivalente di frenello. (Unum frenellum argenti).
Ghabella: sostantivo, cfr. gabella, “tributo, imposta, spec. su un particolare consumo: riscuotere, pagare una gabella, gabella del grano | ufficio in cui si riscuoteva tale tributo; luogo in cui tale ufficio aveva sede” oppure “estensione colloquiale: tassa, tributo giudicato vessatorio” oppure “moneta d’argento coniata a Bologna nel sec. XVI” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine già in uso dal 1340; dall’arabo dialettale *gabēla, variante di qabāla, con sovrapposizione di -ella femm., vedi -ello, cfr. latino medievale gabella. (per la ghabella della dota).
Ghamurra: sostantivo, cfr. camurra, “gonna di gala, portata dalle contadine; specie di mantello” (GDLI) o anche da gamurra, “nel Medioevo, ampia veste femminile foderata di pelliccia o di stoffa” (Dizionario Internazionale De Mauro). Il termine è della 2ª metà XIII secolo; deriva forse dall’arabo xumur, plurale di ximār “velo da donna”. (Due guarnelli fior. II d’oro. Una ghamurra).
Grane: sostantivo, cfr. italiano grana “I corpi secchi di una specie di cocciniglia da cui veniva estratta una tinta di colore carminio; la tinta stessa.” (GDLI.). (Duos anulos argenteos cum una nacchara et una grane).
Grilanda: sostantivo, cfr. italiano grillanda: “ghirlanda. Per estensione cintura, fascia, cornice; circonferenza, perimetro, confine, orlo” (GDLI). (Unam grilandam argenti.)
Guanciale: sostantivo, “Pulvinus” (Du Cange), ovvero cuscino. (Duos guanciales cum foderis.)
Guancialettus (oppure guancialettum): diminutivo di guanciale. (Unum guancialettum rubeum).
Guarnaccha: sostantivo, cfr. guarnacca, “ampia sopravveste con lunghe maniche, cappuccio e fodera di pelliccia, in voga dal XIII al XVI secolo, portata dagli uomini e, meno frequentemente, dalle donne per ripararsi dal freddo e dalla pioggia” oppure “lunga veste da lavoro indossata dai contadini” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine della 2ª metà XIII secolo; deriva dal provenzale antico guarnaca, francese antico guarnache, probabile dal latino gaunaca, greco gaunákēs, di orig. persiana.
Guarnello: sostantivo, “stoffa d’accia, bambagia o cotone, rasa o pelosa, che veniva usata anticamente per vesti modeste e ordinarie, o come fodera per abiti, coperte, guanciali, ecc.” (GDLI); “tessuto misto di lino e cotone, di scarso pregio” oppure “veste femminile scollata e senza maniche, portata un tempo dalle contadine” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine già in uso prima del1300; etimologia incerta, forse da guarnacca con sovrapposizione di -ello. (Due guarnelli fior. II d’oro).
Guarnellum: equivalente di guarnello. (Unum foderum \ Unum guarnellum.)
Intignatus: aggettivo, cfr. italiano intignato “roso, danneggiato dalle tignole, dalle tarme.” (GDLI). (Unum mantellum saie nigre intignatum, cum uno modico drappi viridis).
Letteria: sostantivo, “stramentum”, ovvero giaciglio, letto, dal Gallico “litiere” (Du Cange). (Unam letteriam veterem longitudinis quactuor brachiorum).
Mischio: aggettivo, “mescolato”, definiz: “sust. Mescolanza, ma è proprio di lane, per fabricar panni” (Lessicografia della Crusca). (Una roba di mischio di Borsella, guarnacca e ghonella, bottoni d’ariento dorati e vaio).
Monichinus: aggettivo, cfr. italiano monachino, “colore bruno scuro tendente al rosso [..] Panno m. (o anche soltanto monachino), panno, specialmente di lana, di tale colore” (Treccani). (Unam palandram panni monichini).
Mospillis: cfr. maspilli o manspilli, bottoni di metallo spesso prezioso come argento e in rari casi oro o perle; per inclusione anche gli “spilli da capo” cioè gli spilli che servivano per fermare il velo (M.G.Muzzarelli Guardaroba Medievale, ed. il Mulino-1999). (Unam cottarditam de panno de scarlatto cum mospillis argenti).
Nacchara: sostantivo, cfr. italiano nacara “nacchara, Conchyliorum genus”, (Du Cange), ovvero un tipo di conchiglia. (Duos anulos argenteos cum una nacchara et una grane).
Nape: sostantivo, cfr. nappa, “salvietta”, con dissimilazione di m; “grosso nastro di seta” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine già in uso prima del 1470; deriva dal latino mappa(m). (Per reticielle, capelline e nape di seta fior. II).
Orceus: sostantivo, dal latino urceus, poi orcio, “grande vaso di terracotta, panciuto, con bocca ristretta, per lo più invetriato, usato per conservare olio, vino, acqua o, anche, acidi (e, scaduto dalla sua funzione originaria, può essere usato per coltivare piante); coppo. Anche: qualsiasi recipiente, per lo più fittile, di forma allungata, talora con collo cilindrico e con piede a forma di tronco di cono, destinato a contenere e, nelle forme di minori dimensioni, a versare liquidi o, anche, a conservare formaggi, frutta e ortaggi in composta” (GDLI). (Unum orceum ad retinendum oleum capacitatis trium quaternarum cum modico olei).
Palandra: sostantivo, “veste ampia e lunga, un tempo femminile, per lo più di seta o di cammellotto, portata in seguito anche dagli uomini (come segno di prestigio sociale); zimarra” (GDLI). (Unam palandram panni monichini. \ Unam palandram panni miscolati.\ Unam palandram panni azzurrini).
Peluzus (oppure peluzum): sostantivo, cfr. pelu, pellitium, vel palii seu tunicae species (Du Cange). Era detto anche pelanda (Du Cange); probabilmente era una tunica di pelle lunga fino ai piedi. (Unum peluzum de vario).
Paonazzo: aggettivo,“di colore rosso violaceo” oppure “stoffa o vestito di tale colore” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine in uso già prima del 1363; deriva dal latino pavonacĕu(m) “simile alla coda del pavone”, der. di pavo, -onis “pavone”. (Una roba di paonazzo, maniche, e bottoni d’ariento).
Pimaccio: sostantivo, cfr. piumàccio (pimàccio, piomàccio, piumàcio, piumazo, piumazzo), “cuscino di piume, guanciale. Anche: saccone di piume usato come coperta o giaciglio” (GDLI). (kanne braccia due di veronese, per libre III soldi un piccioli kanna, per la coltricie e due pimacci).
Piomaccius (oppure piomaccium): equivalente di pimaccio. (Unam cultricem virgatam tristem. \ Unum piomaccium.).
Planula: sostantivo, “Crepida, sandalium, Ital. Pianella” (Du Cange); cfr. italiano pianella, “pantofola da uomo o da donna, ma specialmente femminile, con tacco basso o priva di tacco, senza lacci, che lascia scoperto il calcagno, ed è usata per lo più in casa (e un tempo era calzatura anche assai elegante, fabbricata con materiali pregiati, talora riccamente decorata e sempre dotata di suola alta)” (GDLI). (Unum par planularum).
Reticella: sostantivo, cfr. italiano reticello, ovvero una trina (particolare lavorazione di filati) ad ago di origine veneziana (Wikipedia). (Duas camiscias novas sutas ad reticellas.) (Quinque vetulas, quarum due sunt sute ad reticellas).
Rotellinus (oppure rotellinum): sostantivo, cfr. italiano rotellino, “scudo rotondo, di piccole dimensioni, usato nelle parate e nei tornei.” (GDLI). (In sala dicte domus \ Unum rotellinum).
Sacchone: sostantivo, cfr. italiano saccóne (ant. sacóné), “involucro di tela pesante imbottito di paglia, di cartocci di granoturco o di altre materie vegetali, posto, soprattutto un tempo, nei letti privi di rete fra il telaio e il materasso o usato come semplice giaciglio steso per terra o su assi di legno; pagliericcio” (GDLI). (Unam letteriam veterem longitudinis quactuor brachiorum. \ Unum sacchone).
Sacconcellus (oppure sacconcellum): diminutivo di sacchone. (Quinque lintiamina inter bona et trita. \ Unum sacconcellum).
Saie: sostantivo, cfr. italiano saia “tipo di armatura fondamentale dei tessuti con i punti di legatura disposti secondo una linea diagonale; il tipo base è quello in cui si ottiene il minimo rapporto possibile di 3 fili per 3 trame, ma ve ne sono anche fino a 8; può essere leggera o pesante a seconda che sia prevalente nel tessuto l’effetto di trama o di ordito” (GDLI). (Unum mantellum saie nigre intignatum, cum uno modico drappi viridis).
Sargia: sostantivo, “stoffa di lino o lana dai colori vivaci, usata nel Medioevo e nel Rinascimento per la confezione di tende e coperte” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine della 2ª metà XIII secolo; dal francese antico sarge, dal latino *sarica, variante di serica “prodotti di seta”. (Una sargia franciescha fior. VIII, soldi XXIII).
Sciamito: sostantivo, da “EXAMETUM, Examitum, Pannus holosericus” (Du Change), ovvero panno interamente in seta; cfr. italiano sciamito, “tessuto finemente lavorato, di velluto o di seta pesante, spec. di colore amaranto, usato in passato per paramenti o abiti sontuosi” (Dizionario Internazionale De Mauro). Testo in uso dal sec. XII; dal greco tardo heksámitos, composto di héks “sei” e mítos “filo”. (uno mantello di sciamito foderato di drappo).
Sciamitus (oppure sciamitum): equivalente di sciamito. (Unam cappellinam de sciamito cum unizoro deaurato.) (Duas cappellinas sciamiti nigri cum cucuzoris argenteis ad usum mulieris).
Serrame: sostantivo, cfr. italiano serrarne, “dispositivo per la chiusura di porte e finestre; serratura, chiavistello” (GDLI). (Unam capsam de albaro ad unum serrame, in qua erant infrascripte res).
Serramina: sostantivo, cfr. serrame. (Unam capsam ad duo serramina iuxta dictum lettum).
Soppedaneus (o soppedaneum): sostantivo, cfr. italiano suppedàneo (soppedàneo), “sgabello di legno usato per appoggiare i piedi, o panno o cuscino che ha la stessa funzione. (scendiletto)” (GDLI); “poggiapiedi” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine che deriva dal latino tardo suppedanĕu(m), composto di sub- “sotto” e pedaneus “del piede”. (Unum soppedaneum iusta dictum lectum in quo erant infrascripte res).
Soriano: aggettivo, “siriano”, derivato di Suria, italiano Siria, nome di uno stato dell’Asia occidentale. Fine XIII sec; dal latino medievale Sorianu(m). (Dizionario Internazionale De Mauro). (uno mantello di soriano foderato di drappo).
Spata: sostantivo, “est illud instrumentum, de quo sericus texendo percutitur; unde Spatula diminutivum est” (Du Cange), ovvero quello strumento col quale tessendo si percuote la seta; da cui il diminutivo spatula. (Unam tunicham panni albagii veterem ad usum mulieris \ Unam spatam).
Spenclar: sostantivo, probabile corruzione di specular, specchio. (Dizionario Latino-Italiano Olivetti). (Unum deschettum apertum ad apparandum pro muliere de parto. Unum spenclar. Unum pecten de ligno).
Tunicha: sostantivo, cfr. italiano tùnica, “veste di lana o di lino, senza maniche o a maniche corte, lunga fino al ginocchio, di linea dritta trattenuta in vita da una cintura, indossata sia dagli uomini sia dalle donne in epoca greco-romana. Per estensione, qualsiasi abito di foggia simile. In particolare, veste o lunga camicia femminile senza maniche o con maniche corte, di linea molto semplice” (GDLI). (Unam tunicham ad dorsum mulieris panni celestri) (Unam tunicham panni albagii ad usum mulieris. \ Unam tunicham panni albagii veterem ad usum mulieris).
Unizorus: voce incerta, probabilmente un tipo di decoro, nel caso specifico “dorato”. (Unam cappellinam de sciamito cum unizoro deaurato).
Vaio: aggettivo, “vario, variegato”, “di colore, tendente al nero, spec. di alcuni frutti vicini alla maturazione come uva, susine, olive ecc” oppure “pelliccia ricavata dal mantello invernale degli scoiattoli siberiani, oggi più comunemente nota come petit-gris, usata un tempo per abiti di magistrati e alti dignitari: tornò tutto coperto di pelli di vai (Boccaccio)” (Dizionario Internazionale De Mauro). Termine della 2ª metà XIII secolo; deriva dal latino varĭu(m). (Una roba di scarlatto, cottardita e maniche, chon bottoni d’ariento dorati e vaio).
Virgatus: aggettivo, “variegata o fatta da vimini”. (Dizionario Latino-Italiano Olivetti). (Unum par panni virgati), (Unam cultricem virgatam tristem).