In passato i copricapi non avevano solo lo scopo funzionale di riparare dagli agenti atmosferici, essi venivano usati anche per esibire la propria condizione sociale
* Muzzarelli, 2014: 58-59
. Nel Medioevo, sia uomini che donne coprivano il proprio capo pubblicamente – con leggeri strati di tessuto (cuffie o veli) e con cappelli e cappucci – anche se solo per le donne divenne in contesto pubblico un obbligo. La prescrizione di non uscire di casa con la chioma visibile, che è possibile leggere nelle leggi suntuarie in tutto il Medioevo, ha le sue origini nella prima lettera di San Paolo ai Corinzi
*Muzzarelli, 2014: 63
, da cui deriva la pratica di coprire il capo in chiesa. Secondo i moralisti, era indecente per una donna mostrarsi a capo scoperto. Coprirsi era segno di umiltà, proteggeva da desideri sessuali, ne erano esentate unicamente le bambine
*Fabbri, 2017: 44
. Anche serve e contadine abitualmente coprivano il capo con cuffie e sciugatoi
*Muzzarelli, 1999: 265-267
. Il capo coperto era simbolo e appannaggio delle donne oneste: Arles e altre città francesi vietarono di indossare cuffia o velo alle meretrici
*Muzzarelli, 1999: 296
. Pur rispettando tali regole, le donne iniziarono a sperimentare acconciature e copricapi particolari che rispondevano anche a un’esigenza decorativa.
Cappuccio
Il cappuccio medievale era un copricapo che riparava la testa, sovrapposto al mantello nel caso in cui non ne facesse parte. Si presentava in diverse forme, tessuti e colori, in quanto ogni ceto sociale lo possedeva. Poteva essere composto da foggia e becchetto: la foggia era una fascia di panno che avvolgeva la testa e arrivava alle spalle, se necessario veniva rimboccata nel mazzocchio (cerchio di panno che fasciava la testa); il becchetto invece era una striscia di panno di lunghezza variabile (arrivava in alcuni casi fino alle caviglie) che era avvolta intorno al collo o lasciata cadere. Sulla fronte ci poteva essere un eventuale risvolto e per aggiustare la misura si usava il gherone.
Uomo
Il cappuccio comunemente indossato dagli uomini nasce dalla necessità di ripararsi ma ben presto si evolve in forme e fogge riccamente decorate ed elaborate. Mentre per i ceti popolari resta la larga foggia che va a coprire le spalle fino ad arrivare quasi in vita, assistiamo in questo periodo alla comparsa di lunghissimi becchetti posteriori, nella foggia compaiono intagli semplici ma anche in forma di foglie, rombi, ricami e quant’altro
*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 143-146
. Il cappuccio senza bottoni è leggermente più abbondante ma l’uso di questi ultimi ne permette una maggior aderenza. Nasce così il cosiddetto “cappuccio a gote”, maggiormente diffuso nell’alta borghesia cittadina, la cui foggia si fa decisamente più corta arrivando all’omero. L’alto status sociale di chi lo indossa è qui solitamente evidenziato dall’uso di stoffe pregiate e dalla presenza di bottoni di metallo; anche il becchetto tende ad accorciarsi per sottrarsi alle multe previste dalle leggi suntuarie*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 143-146
. Dall’inizio del XIV secolo il cappuccio iniziò ad essere portato diversamente, uno dei modi era il seguente: l’apertura del volto ora circondava la testa, la foggia veniva infilata da un lato andando a formare un rabbuffo, il tutto fermato dal becchetto (il quale cominciò ad allungarsi)*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 101
. Ciò trasformò con il tempo il cappuccio in berretta, mazzocchio rinascimentale e chaperon*Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 101
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Donna
Dalla seconda metà del XIV secolo in Italia il cappuccio femminile diventò, come nel caso degli uomini, un accessorio di moda contro cui si scagliarono i predicatori* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 147
: le sue dimensioni vennero ridotte e iniziò ad essere indossato anche aperto, rendendolo simile a una berretta e ai copricapi richiesti alle prostitute dalla legislazione suntuaria in alcune città* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 100-101
. Le fonti iconografiche del periodo mostrano come fossero soprattutto le giovani a indossare piccoli cappucci variamente decorati, talvolta con lunghi becchetti* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 101
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Cappelli
Cappello del viaggiatore
Il cappello del viaggiatore (cappello à bec in francese e bycocket in inglese), chiamato anche grecanica o cappello a punta, era il copricapo usato durante i viaggi, indossato sopra il velo per le donne e sopra il cappuccio per gli uomini
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 101
. Era costituito da una forma con cupola e da una falda rialzata con punta anteriore.
Berretto o berretta
Con questo termine si designano varie fogge di cappelli. Dalla forma semisferica o a punta, poteva coprire solo una parte della testa. Nel basso Medioevo era comune indossare sopra di esso un altro cappello. I berretti potevano anch’essi essere foderati di pelliccia, a scopo puramente pratico oppure per denotare l’appartenenza ai ceti superiori, nel qual caso la berretta era costruita in modo che la parte inferiore si potesse rovesciare mettendo ben in vista l’alto bordo di pelliccia pregiata; quest’uso è presente soprattutto nel caso di pellicce come il vaio, sottoposte alle leggi suntuarie.
Acconciature femminili
Nonostante il divieto di uscire con il capo scoperto, le donne medievali ornavano le proprie teste con acconciature preziose e particolari. Terzolle, ghirlande, reti, cappelline, cuffiette ricamate e nastri erano particolarmente apprezzati in quanto in grado di esaltare la bellezza femminile
* Piccolo Paci e Baldassari, 2019: 101
. I capelli potevano essere intrecciati con diverse decorazioni e ricoperti da copricapi di vario genere, tra i materiali usati vi erano talvolta perle, oro e pietre preziose. Dalle leggi suntuarie emanate negli ultimi secoli del Medioevo, sappiamo che questi ornamenti rappresentavano lo status sociale delle donne e delle loro famiglie, erano sottoposti ai rigidi controlli delle leggi suntuarie e/o a tassazioni annuali per poter essere sfoggiati* Muzzarelli, 1999: 276
. La terzolla ne è un esempio: si tratta di un’acconciatura composta da 300 perle. Le ghirlande invece potevano essere realizzate con fiori, tessuto o metallo. Come sottolinea Maria Giuseppina Muzzarelli, questi tipi di copricapi erano sicuramente poco funzionali, ma dimostrano la volontà di resistere a un obbligo: le donne scelsero soluzioni decorative piuttosto che sobrie, interpretando la legge diversamente da come legislatori e predicatori l’avevano inizialmente concepita* Muzzarelli, 2014: 68-69
. Così nuovi modelli vennero creati nel corso del tempo. Soprattutto alla fine del Medioevo venivano utilizzate le piume tra le decorazioni – particolarmente apprezzate erano quelle di pavone – nonostante i moralisti le criticassero, insieme ad altre acconciature stravaganti, poiché si andava ad accorciare la distanza tra uomini e animali* Muzzarelli, 2014: 70
. Tra i ceti popolari erano più comuni gli sciugatoi (o asciugatoi), cioè panni di lino rettangolari che potevano essere posati in testa, distesi o piegati, e lasciati scendere sulle spalle oppure arrotolati intorno alla nuca* Fabbri, 2017: 49
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Velo e cuffia
v. in Biancheria